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3 consigli su come acquistare attrezzatura da montagna
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3 consigli su come acquistare attrezzatura da montagna

È Natale, e il Natale è sempre un buon momento per giustificare qualche auto-regalo che non ci siamo permessi durante il resto dell’anno. Questo perché, lo sappiamo bene, certi capi da montagna costano.

3consgli_01Magari avete iniziato da poco, e non avete ancora molta confidenza con materiali, marchi e capi. Qualcuno vi ha detto che quella giacca è meglio di un’altra, lì per lì gli credete pure, ma poi qualcun altro vi dice il contrario. Insomma, potete decidere se fidarvi o no, ma la verità è che non siete del tutto sicuri di capire realmente che differenza ci sia tra un prodotto di qualità e uno di quelli che se anche si rompe dopo un mese, be’, poco male. Le motivazioni che vi restano per investire parecchi soldi su qualcosa si riducono al sentito dire, e al blasone del marchio.

Quindi, come fate a decidere se e come acquistare un prodotto senza avere esperienza e competenze tecniche? Qui proviamo a darvi qualche consiglio.

 1. Consiglio uno: poco è meglio.

Abbiamo clienti che vanno a camminare con lo stesso paio di pantaloni da quindici anni: probabilmente faranno qualche lavatrice in più, e avranno cucito qualche toppa qua e là; ma vestono un capo unico con una storia e tanti ricordi. Acquistare tanto significa buttare tanto, e anche se non siete degli animalisti, per fare un piumino serve pur sempre un’oca. Per cui se non siete convinti di qualcosa, non prendetela. Spesso non servono tanti prodotti: serve solo il prodotto giusto.

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Il mondo sconosciuto dietro casa
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Il mondo sconosciuto dietro casa

Larici, foliage, colori saturi e toni caldi. L’autunno in fotografia è la stagione più bella, non c’è storia. Ma nella vita di noi comuni mortali l’autunno è ben altro: buio, freddo, e nebbia.

Sentiero_02Allenarsi in queste condizioni senza rimpiangere l’estate appena finita non è facile. Le giornate si accorciano e gli impegni ci impediscono di passare qualche ora in montagna, e, almeno cinque giorni su sette, correre si riduce soltanto a una cosa: argini.

Per chi abita in pianura gli argini dei fiumi diventano, più per necessità che per vocazione, la pista da atletica di chi corre fuori strada, e il più insopportabile tassello nella tabella di allenamento. Correre sugli argini ci ricorda quando facevamo le campestri a scuola, insomma un ricordo nel novanta percento dei casi orribile. L’aria fredda che penetra nei polmoni rende tutto più difficile, e il terreno erboso assorbe la maggior parte della potenza che scarichiamo a terra, ingoffando il gesto e rendendo ogni passo ancora più faticoso.

Sentiero_01Se vi state chiedendo per quale ragione in giro c’è poca gente che corre, probabilmente la risposta è perché è costretta a farlo in un posto che noi per primi riteniamo orribile. L’argine è un lungo cannocchiale che attraversa non visto paesi, periferie, zone industriali, unendosi e dividendosi con altri fiumiciattoli, fossi e torrenti, e creando una ragnatela che copre la pianura da Torino a Venezia. Insomma, l’argine

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True vanlife
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True vanlife

Intervista ad Andrea Tarlao. A cura di Filippo Caon. Foto di Elisa Bessega.

Da bambino sognavo di vivere in un camper con cui potermi muovere portando dietro tutto il mio mondo – ero troppo legato agli oggetti, e forse lo sono ancora. Poi le cose sono andate diversamente; ma quando leggo la storia di qualcuno che vive in furgone, magari anche soltanto per un periodo della sua vita, mi ritorna in mente quel desiderio.
In fondo lo abbiamo fatto tutti un milione di volte: chiudere gli occhi e immaginarci in un furgone, con un paio di sci sul tettuccio e una coppia di mezze corde nel bagagliaio, e andarcene in giro per l’Alaska o per la California.

Con i social non dobbiamo più chiudere nemmeno gli occhi, basta aprire Instagram e cercare #vanlife per vedere miliardi di immagini di gente che fa finta di fare la vita che vorremmo fare noi. Poi come campino tutte quelle persone non lo sa nessuno, ma è bello immaginare che ci sia gente abbastanza ricca da vivere eternamente in vacanza senza fare nulla.
Ciononostante,
a noi le storie troppo belle per essere vere non interessano più di tanto, e quindi siamo andati a cercare qualcuno che quella vita la fa veramente. E che per farla ha deciso di rinunciare a un po’ di cose, prendendo il bello e il brutto di ciò che questo comporta.

DSCF2911-12Andrea Tarlao era un amico di amici, ci siamo incontrati quest’anno a Destination Santa, una gara/reunion che degli a

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Black Crows e lo skialp che ci piace
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Black Crows e lo skialp che ci piace

Ogni negozio sceglie una fascia di mercato su concentrarsi in base alla propria visione dello sport e al proprio retaggio culturale.
Noi di Ercole abbiamo deciso di avvicinarci a uno stile di scialpinismo meno vincolato alla prestazione sportiva e alle gare, e più attento all’etica e alla cultura outdoor, e al rapporto con l’ambiente.
Per questo motivo i nostri store manager hanno selezionato per voi una gamma di sci più vicini al mondo del backcountry e del freeride. Tra i diversi brand che teniamo in negozio, oggi abbiamo deciso di parlarvi di Black Crows.

Bruno Compagnet Bruno Compagnet

Black Crows venne fondata nel 2005 a Chamonix da Camille Jaccoux e Bruno Compagnet. I due avevano un’idea molto semplice: «volevamo creare un marchio di sci per tutti. Per mia mamma. Per tutti. Non volevamo assolutamente creare uno sci che ci rinchiudesse in un’unica categoria. Non solo gare. Non solo grandi montagne. Con questi sci puoi fare qualunque cosa».
I due proposero l’idea all’industriale Christophe Villemin, e così nel 2006 lanciarono il primo modello, Corvus. Oggi il brand ha un successo mondiale e i suoi sci spopolano nel backcountry e nel mondo del freeride.

Probabilmente avrete presente il logo e l’aspetto inconfondibile dei loro monocolore. Ma i Black Crows non so

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Autunno: La corsa serale
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Autunno: La corsa serale

correre di seraLe giornate sono ancora bellissime e dopo una giornata di lavoro fare una corsa aiuta a scaricare la tensione e a ritrovare un buon equilibrio psicofisico.
Inutile aggiungere che resta una delle poche attività sportive che non vengono messe in discussione in tempo di Covid, ovviamente se vengono rispettate le più basilari norme di sicurezza.

Attenzione però perché in autunno il buio arriva presto ed è nostro preciso dovere renderci visibili agli altri, soprattutto se facciamo corsa su strada.
Per questo è consigliabile che l'abbigliamento abbia inserti ben visibili o, meglio ancora, indossate un gilet catarifrangente che potrà essere sfruttato anche se ci si muove in bicicletta o per ogni attività svolta lungo le strade.

lampada frontale iko PetzlSempre per scongiurare il rischio di non essere visti proponiamo Iko e Iko Core, le nuove lampade frontali della Petzl, rispettivamente da 350 o 500 lumens; la seconda ha la ricarica usb incorporata, la prima invece

utilizza le pile mini stilo date in dotazione e permette l’optional della batteria Petzl “Core”. Entrambe le Iko sono molto leggere e con illuminazione a led che offre un cono di luce sia profondo che ampio.

scarpa da uomo Clifton

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Opinioni su prodotti del reparto sportivo
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Opinioni su prodotti del reparto sportivo

Le opinioni di chi utilizza i prodotti che vendiamo sono fondamentali per noi che li proponiamo e per chi sta pensando di acquistarli.

Spesso ci vengono date indicazioni che rappresentano un vero e proprio valore aggiunto nonché l'ago della bilancia durante la scelta di un altro cliente, noi siamo molto attenti a questo genere di informazioni.

La merce che proponiamo è di alta qualità e vanta caratteristiche di livello, chi sceglie di non risparmiare per un capo o un paio di scarpe deve trovare in essi le risposte che cercava.

Chiediamo sempre ai nostri clienti di esprimere le loro opinioni una volta conosciuto appieno il prodotto acquistato, finalmente ci siamo decisi a condividerle con tutti sperando di fare cosa gradita ai più attenti e curiosi.

Se anche tu hai acquistato qualcosa da noi e desideri esprimere la tua opinione scrivi a info@ercoletempolibero.it specificando il nome del tuo acquisto.
Il tuo pensiero sarà implementato in questo articolo e di certo troveremo il modo di dirti grazie per il tempo che avrai investito.

LE OPINIONI DEI NOSTRI CLIENTI

PROTON FL HOODY MEN’S
panton
Giacca leggera che garantisce un ottimo livello di isolamento termico.
Perfetta per alcune fredde giornate estive o di mezza stagione in Dolomiti, si presta anche ad essere utilizzato in città o in falesia tra un ti

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Perché un test scarpette da arrampicata?
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Perché un test scarpette da arrampicata?

Da qualche anno ci cimentiamo nell'organizzare prove scarpette da arrampicata sia outdoor che nelle palestre di zona ed ancora oggi notiamo sui volti di alcuni clienti e simpatizzanti un'espressione interrogativa.

Fondamentale nell'arrampicata è la scelta della scarpetta sia per il neofita che per il top climber.
scarpa_01Quante volte siamo stati attratti dalle scarpette del nostro amico, magari proprio lui descrivendoci le sue sensazioni durante l'uso ci ha convinti che potesse essere il modello per noi o magari ne abbiamo viste un paio sfogliando le riviste specializzate.
L'estetica purtroppo non è la caratteristica fondamentale per scegliere la propria scarpetta e anche chi va oltre spesse volte pensa che le caratteristiche di un modello possano potenziare la sua prestazione finendo invece per provocare dolori o fastidi... ma la scarpetta è già acquistata.
scarpa_03Ci sono troppe variabili che ne influenzano la scelta, per questo motivo modello e numero sono sempre soggettivi, anche la marca.
Noi abbiamo scelto S.C.A.R.P.A. e capiamo che per permettere ai clienti di compiere l'acquisto giusto devono indossare i vari modelli a lungo e magari provarli davvero, senza la preoccupazione di spendere
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La falesia ed il casco
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La falesia ed il casco

Conosciamo tutti l’importanza del casco in montagna tanto più che il suo utilizzo è diventato un’abitudine consolidata quando si pratica alpinismo e scialpinismo, raramente invece viene utilizzato in falesia perché si ignora un potenziale rischio in questo ambiente.

In realtà anche in falesia ne viene consigliato sempre più spesso l’utilizzo.

Vediamo perché:

  • Alcune falesie consigliano espressamente l’uso del caschetto;
  • L’arrampicata è uno sport pericoloso e anche ai più esperti possono capitare degli incidenti, alcuni di questi potrebbero essere evitati utilizzando il casco che è consigliabile all’assicuratore e allo scalatore;
  • Nelle falesie di recente chiodatura a volte sono presenti zone non del tutto ripulite, in queste palestre la possibilità di caduta massi dall’alto è più elevata;
  • Nelle falesie in ambiente la presenza di animali selvatici o il passaggio di escursionisti sui sentieri soprastanti la falesia potrebbero causare la caduta inaspettata di pietre.

Sirocco Sirocco

Vapor Vapor

Per andare incontro alle molteplici esigenze si possono trovare caschi molto leggeri adatti a chi deve indossarli per ore come il casco Sirocco

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Via Francigena in bicicletta
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Via Francigena in bicicletta

Dalla scelta di un cliente di percorrere la Via Francigena in bicicletta abbiamo pensato di riportare qui il percorso organizzativo che abbiamo delineato insieme a lui.

Si tratta di un tracciato di 1.000 chilometri, che parte dal San Bernardo con arrivo a Roma e permette di attraversare buona parte dell'Italia, il percorso è diviso in tappe e segnato con fascette adesive e frecce dedicate ai cicloturisti.

Questo tipo di esperienza offre la possibilità di conoscere molte persone e condividere con loro l'intera esperienza o alcuni tratti.

pacchetto tenda + sacco letto + materassino Spazi adeguati e comodità con il minimo peso ed ingombro da chiusi, questo è un esempio di kit perfetto per il cicloturista.

Il viaggio può durare mediamente una ventina di giorni, non si tratta quindi di un percorso breve e tutto il necessario deve stare sulla bici!
Partendo da questo inizieremmo col caricare una tendina, un saccoletto e un materassino particolarm

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Avvicinarsi al SUP (Stand Up Paddle)
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Avvicinarsi al SUP (Stand Up Paddle)

IL SUP RACCONTATO DA CHI LO HA SCOPERTO PER CASO

"Non sapevo cosa fosse un SUP, ci sono salita quasi per caso e con un po' di timore durante una prova organizzata dal negozio.
Mi hanno agevolata le acque calme della location e le poche ma fondamentali indicazioni di Erika Barausse che mi ha permesso subito di sentirmi sicura e in equilibrio fin da subito sulla tavola.

È immediatamente scattato qualcosa che all'inizio credevo fosse solo curiosità così ho deciso di togliermela noleggiando una tavola per il fine settimana, non contenta l'ho noleggiata per la settimana di ferie ed infine non ho resistito alla tentazione di acquistare un SUP tutto mio.

Da quel giorno la mia palestra, il mio yoga, la mia farmacia sono il mare. Ci ha guadagnato la muscolatura, la testa, l'abbronzatura e soprattutto l'umore.

Tutto questo accade puntualmente effettuando pochissime mosse che ora descriverò per chi, come me allora, non sa nulla del SUP e pensa che sia uno sport troppo difficile.

Arrivo al mare la mattina (qualche volta al lago o al fiume) scarico lo zaino che contiene tutto quello che mi serve e mi dirigo verso il mare, se devo fare un po' di strada per raggiungere la spiaggia il peso dello zaino non grava sulla schiena.

 

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